giovedì 14 febbraio 2013


LA CANOA DI CARTA
Trattato di Antropologia Teatrale  
di  Eugenio Barba



"Il lavoro e la ricerca confermarono l'esistenza di principi che, a livello pre-espressivo, permettono di generare la presenza scenica, il corpo-in-vita capace di rendere percettibile quello che è invisibile: l'intenzione"                                                                                  
                                         

"Per l'attore l'energia è un come. Come muoversi. Come restare immobili. Come mettere-in-visione la propria presenza fisica e trasformarla in presenza scenica, e quindi espressione. Come rendere visibile l'invisibile: il ritmo del pensiero"

"L'attore sa quello che sta per fare, ma non deve anticiparlo"

"Questo è il teatro: un rituale vuoto e inefficace che riempiamo con il nostro perchè, con la nostra necessità personale. Che in alcuni paesi del nostro pianeta si celebra nell'indifferenza. E in altri può costare la vita a chi lo fa"

"Vi sono spettacolo in cui non si capisce nulla, altri in cui si capisce tutto. Ambedue sono inerti"

"E' il momento di far guerra a tutto quel che si sa, non per semplice gusto del diverso, ma per creare in sè il dubbio, suscitare il mistero"

"In genere un danzatore o un attore sa bene quale sarà la sua azione successiva. Mentre realizza un'azione, già pensa alla prossima e le anticipa mentalmente. Questo implica automaticamente un processo fisico che si ripercuote sul suo dinamismo ed è percepito dal senso cinestesico dello spettatore. Adesso possiamo capire perchè spesso uno spettacolo non riesce a stimolare la nostra attenzione: perchè prevediamo a livello sensoriale quello che l'attore/danzatore sta per fare. L'attore/danzatore deve compiere l'azione negandola. Fare un'azione negandola significa inventare al suo interno un'infinità di variazioni. Questo obbliga  ad essere al cento per cento nell'azione, così che la successiva può nascere come una sorpresa per lo spettatore e per se stessi (...) Fate sorgere l'azione un secondo prima o un secondo dopo di quando ci si aspetterebbe"

"Il segreto della disciplina artistica consiste nell'eliminare il superfluo, nel distillare l'azione essenziale, il suo nocciolo specifico, che dovete essere in grado di ripetere nel contesto scelto"