mercoledì 15 giugno 2016

SE IL TEATRO E' UN PRESIDIO DI AFFETTIVITA'...


con Diamante Marotta e Maria Delli Curti
La scuola è a tutti gli effetti un presidio sociale. Di legalità, di competenze, di cultura. Ma che cosa succede quando una scuola diventa anche presidio di affettività? E' quello che ho pensato quando lunedì 6 giugno sono andato a vedere "La vera storia di Callimaco e Lucrezia", libero adattamento della Mandragola di Machiavelli messo in scena dal laboratorio teatrale degli ex allievi del liceo F. Quercia di Marcianise. Un laboratorio come tanti, le scuole ormai ne sono piene, il teatro è a tutti gli effetti uno strumento pedagogico irrinunciabile. Perché allora ci sono andato? Per vedere finalmente dal vivo cosa succede in questa scuola dove la caparbietà e la determinazione di alcuni docenti come Maria delli Curti e Francesco Caso non solo permette la messa in scena dello spettacolo di fine anno, ma riesce anche a tenere legati ex allievi che ritornano nella loro scuola come se quello fosse il loro luogo più naturale. Conosco Maria Delli Curti da tempo e negli ultimi anni ci siamo scambiati opinioni e consigli, telefonate o mail, chiacchierate accese e sempre propositive. Non avevo mai visto però quello che poi per davvero succede. E quello che succede è semplicemente questo: il teatro diventa un luogo nel luogo, un grumo di legami e di affetti. Vincenzo Bellaiuto, Francesco Russo, Tullio Laudadio, Teresa Lener, Gabriele Gabola, Mararosaria Alberico, mi piace citarli tutti, hanno strappato a questo liceo il diploma negli anni scorsi, ma quello non è stato un traguardo da lasciarsi alle spalle, piuttosto una molla per tornare indietro. Ecco perchè parlo di affettività. L'aria che si respirava non era quella dell'evento, a volte succede che una semplice rappresentazione teatrale in ambito scolastico diventi mina vagante di presunzione e arroganza, quanto piuttosto quella del ritorno a casa. Ritornare a casa per far festa. Insieme con gli insegnanti diventati nel frattempo un po' come dei fratelli maggiori ed insieme all'entusiasmo del Dirigente Scolastico Diamante Marotta che, più emozionato dei ragazzi stessi, non smetteva di dare consigli a tutti.
Così, sul palco l'entusiasmo ha mostrato l'attenzione con cui la Mandragola sia stata tagliata e ricucita,  i ritmi e le trovate sceniche, l'azione collettiva e il disegno di ogni singolo personaggio. Certo, non sono mancate alcune ingenuità e qualche tendenza a strafare, ma il teatro è costruzione, è la tensione quello che che conta, la fatica e la voglia di stare in scena. 
E questa c'era davvero tutta.