LE DONNE AL PARLAMENTO
di
ARISTOFANE
CONVITTO NAZIONALE "G. BRUNO" DI MADDALONI
Il destino dei classici, nomen omen, sta nell’attraversare i
tempi, rimanendo meravigliosamente uguali a se stessi mentre con fittizia
noncuranza elargiscono manciate di ricchezza alla sensibilità presente. Su come
recepire i loro insegnamenti e renderli appetibili alla contemporaneità, il
dibattito si perde nella notte dei tempi: dal medioevo ad oggi il numero di
imitazioni e reinvenzioni è talmente alto da scoraggiare qualsiasi tentativo di
sintesi. Il teatro, poi, quello della grande stagione drammaturgica antica,
sospeso tra respiro tragico e sconcezze comiche, si è sicuramente prestato più
di altri a maquillage e ripuliture, fior fiore di poeti lo hanno risvelato alle
scene, Quasimodo e Pasolini per dirla in due nomi soltanto, filologi e cattedratici
come Dario Del Corno hanno addirittura fatto sold out con letture e lezioni
spettacolo, registi e attori hanno infine disseminato le scene con coraggiose
prove avanguardistiche o rispettose edizioni integrali. Ma non basta. La forza
dei classici, come da tempo ormai propone con appassionata energia il caro
amico Alberto Camerotto, è quella di essere contro e quel contro ingloba in sé infinite
declinazioni, ma tutte riconducibili, a mio modesto avviso, alla necessità di rintracciare
in essi il supremo privilegio del dubbio da opporre alla sciatta sicumera del
presente. Ecco allora che le Donne al Parlamento, ovvero Ecclesiazuse, di
Aristofane messo in scena dal Laboratorio di Teatro Antico del Liceo Classico “G.
Bruno” di Maddaloni, guidato da tre scapestrati entusiasti come Corrado
Santamaria, Gianrolando Scaringi e Gianluca Zimmermann, dà l’esatta misura di
quanto appena detto senza tema di smentite. In primo luogo il coraggio. Portare
in scena Aristofane, soprattutto quando non si tratta dell’abusata Lisistrata e si rinuncia ad ammiccamenti
voyeristici, è già di per sé una sfida, se a questo si aggiunge che per
Romagnoli l’Ecclesiazuse era la
commedia in cui si compiva uno dei passi definitivi per transitare dalla maschera
alla persona, è chiaro allora l’impegno a sviluppare personaggi con i quali costruire un coerente disegno interpretativo.
In secondo luogo la forza esplosiva con cui Aristofane è calato sui giovani
studenti che ci hanno messo la faccia, per dirla con un’espressione tanto in
voga oggi. La parola dell’antico si è dispiegata nel gioco scenico lasciando che
i giovani interpreti ne assaporassero forza e colore, che su quel palcoscenico
per davvero salissero sulle spalle dei nostri più lontani maestri di pensiero,
divenendo così simili a giganti. Un’operazione teatrale certo, alla quale non è
mancata qualche interessante trovata come l’utilizzo dei lunghi capelli
femminili a mo’ di barba una volta annodati sotto il mento o il non cedere alla
tentazione, sempre presente quando si ha a che fare con laboratori teatrali
scolastici, di dare troppo spazio alle parti corali, anche quando non ce ne
sarebbe affatto bisogno, ma anche un’operazione culturale che ci riporta alle
considerazioni di partenza. I classici devono irrompere nella quotidianità e
nel caso di una scuola, di un liceo classico in particolare, evolversi da
lingua scritta e stampata a lingua viva e partecipata. La lingua del teatro,
certo, ma soprattutto la lingua di una comunicazione che non teme confronti con
l’attualità, una lingua che può essere parlata da giovani generazioni e
ascoltata con curiosità, una lingua che genera applausi e ringraziamenti, una
lingua infine che è fuoco acceso intorno al quale ritrovarsi e raccontare
storie. Come un tempo, quando nelle sere più buie e invernali giovani e anziani
confondevano i loro tratti intorno al fuoco di un camino, lì si intrecciavano
storie, lì prendevano corpo umanissime riflessioni. Ecco, guardando poche sere
fa l’Ecclesiazuse di questi ragazzi
che qui non nominerò, ma i cui nomi sono in
locandina, guardandoli ho pensato proprio a questo, che intorno a questo
fuoco vivificante che è il mondo dei classici antichi c’è davvero posto per
tutti. Adesso sotto a chi tocca.