giovedì 17 settembre 2015

GIRGENTI, AMORE MIO...




"GIRGENTI, AMORE MIO..."

di Angelo Callipo & Gianfranco Jannuzzo

con Gianfranco Jannuzzo

musiche di Francesco Buzzurro
scene di Salvo Mancigli

Regia 
Pino Quartullo

L’amore di Gianfranco Jannuzzo per la sua terra, per la sua Girgenti che è incrocio di mito e realtà,
mi ha colpito subito. Mi ha colpito soprattutto la tenacia di ricordi che non si sono mai spenti e, conseguentemente, la volontà di trasformare i ricordi in suggestioni, in immagini e infine queste stesse immagini in parole. Come in una agorà greca, Gianfranco parla a tutti, svelando il profondo legame con Girgenti e con la Sicilia.
Questo legame è stato per me una scintilla, mi ha permesso di capire che ognuno ha la sua terra,
ma che ogni terra custodisce, per tutti, un grumo di sensazioni che si assomigliano in maniera sorprendente. Così ho scritto di Sicilia, io che siciliano non sono, perché in essa ho visto quella
stessa terra arcaica che anch’io, e come me tutti, mi porto dentro e che, a mio modo, e grazie alla genialità interpretativa di Gianfranco, ho contribuito io stesso a raccontare. Ci sono infiniti modi per parlare delle proprie radici. In “Girgenti amore mio…” lo abbiamo fatto a quattro mani, avendo sempre chiara l’idea che a quel Girgenti ognuno potesse sostituire il nome della propria città o del proprio paese. “Girgenti amore mio…” può diventare così “Milano amore mio…” o “Genova amore mio…” o mille altri luoghi. Perché le emozioni non hanno targhe di appartenenza, i problemi che ci affliggono non sono cittadini di una sola città, i personaggi che ci fanno ridere non hanno casa solo nelle città degli altri. Così, abbiamo raccolto la Girgenti, che era di Gianfranco, e ci siamo sforzati di farla diventare la Girgenti di tutti, mettendoci dentro le personali esperienze ma anche la consapevolezza, ben salda, che non c’è nulla di così personale che un’esperienza che accomuni tutti.
La più grande di tutte le esperienze, quella dell’amore per la propria terra.